mercoledì 30 maggio 2007

Il concetto di BELLEZZA per i cinesi...


Nella tradizione orientale la bellezza non si esaurisce con l'estetica, ma è frutto di equilibrio fra interiore ed esteriore e pertanto parte da una perfetta conoscenza del sé. La bellezza non è dunque perfezione di forma, ma armonia, che si traduce in sensazione di vitalità positiva. In questa ottica lo scopo dell'intervento terapeutico non è eliminare le imperfezioni cancellandole sino a snaturare se stessi, ma armonizzare gli inestetismi, ridurli ed accettarli. La bellezza si "coltiva" anche grazie alla serenità che deriva dalla capacità di conoscersi e di accettarsi, il rispetto del proprio corpo (evitando il fumo, i farmaci inutili, i comportamenti a rischio o stressanti, l'eccessiva esposizione al sole, la disidratazione), il rispetto dei ritmi (sonno-veglia e accordo con le stagioni), l'alimentazione, che deve essere in accordo non solo alle caratteristiche bromatologiche (dieta quantitativa), ma anche alle caratteristiche costituzionali individuali e alle stagioni, per sfruttare il potere nutritivo energetico degli alimenti. Poiché però occorre ammettere che viviamo stili di vita molto lontani dall'ideale, con conseguente incapacità di conservare la bellezza in noi, sono utili alcune indicazioni di trattamento estetico mediante massaggio e agopuntura, secondo schemi collaudati e verificati in studi sperimentali.

Quindi solo applicando assieme i vari aspetti della MTC e soprattutto gli aspetti più sottili (meditazione, ginnastiche corporee, ecc.) e preventivi (dietetica) e non solo esterni (massaggio, agopuntura), si può agire sullo stato della cute e pertanto sull'estetica individuale.

Oggi, in una Cina che presenta innovativi ed accelerati cambiamenti, dove il capitalismo ed il materialismo sono all'ordine del giorno, la presenza fisica ha un forte peso per la società: a Pechino è stata organizzato il concorso "Miss Rifatta", dove la condizione fondamentale per partecipare era aver subìto una o più operazioni di chirurgia plastica. A contendersi lo scettro di reginetta della bellezza artificiale si sono trovate venti concorrenti di età compresa tra i 17 ed i 62.
La chirurgia plastica in un solo anno ha avuto un "grande balzo in avanti" in Cina, portando l'industria del ritocco ad un fatturato di 1,8 mld di Euro nel solo 2003, con un aumento del 40% dei ritocchi con i bisturi. Sono stati più di 26mila gli interventi nella sola Pechino, dove il "Plastic Surgery Hospital" ogni settimana riceve una media di 200 domande di interventi, mentre a Shanghai alcuni ospedali militari si sono trasformati in cliniche specializzate della plastica. Dai soldati feriti i chirurghi sono passati ad eseguire operazioni su persone alla ricerca dell'eterna giovinezza e della perfezione. Ma se questa ricerca del non invecchiare e della bellezza è un fenomeno in maggioranza femminile la sfera ha colpito anche le adolescenti insoddisfatte e non ha risparmiato neppure i bambini, (ovviamente non per loro scelta) infatti nelle cliniche si presentano sempre più spesso genitori anche di piccoli di appena tre anni che richiedono modifiche agli occhi o l'aggiunta di fossette, ma fortunatamente la maggior parte dei medici ritiuta di operare minorenni a meno che non siano rimasti deturpati da incidenti o nati con pesanti deformazioni. In continua ascesa sono la liposuzione, la blefaroplastica, il lifting poiché sono sempre più richieste le modifiche ai poco amati occhi a mandorla (principale veicolo del fascino asiatico), alle sopracciglia ed al naso. Le donne cinesi essendo diventate più ricche ed indipendenti sono più esigenti riguardo al loro aspetto; molte ricercano fondamentalmente sembianze occidentali, altre richiedono interventi di allungamento delle gambe per ottenere più opportunità di lavoro in particolari settori dei servizi, altre vogliono sfoggiare la bellezza come arma poiché così risultano più gradite nei circoli sociali. Le statistiche continuano a dimostrare che la soddisfazione che apporta un fisico affascinante migliora altamente la qualità della vita.